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Sviluppare un'applicazione internamente o in outsourcing?

Sviluppare un’applicazione internamente o in outsourcing?

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È uno dei grandi dilemmi della vita: “Lo faccio io? Oppure delego?”. Ci ritroviamo a fare un pensiero di questo tipo più spesso di quanto si possa credere, nonché in tante circostanze differenti. Può accadere infatti in un contesto domestico, come in un contesto aziendale e l’interrogativo in questo caso potrebbe riguardare lo sviluppo di un’applicazione: “La faccio sviluppare internamente o mi affido ad uno sviluppatore esterno?”

Sembrerà banale, ma la risposta è: dipende. Principalmente dipende dalle dimensioni della vostra impresa e dal tipo di progetto che vorreste portare avanti, ma ad influenzare la scelta vi sono anche le tempistiche entro le quali vorreste dar alla luce l’applicazione mobile e se all’interno del vostro organico avete già degli sviluppatori con competenze mobile. Il primo scoglio infatti è proprio il personale, che rappresenta un costo fisso da non trascurare e non sempre è necessario. Soprattutto per le piccole realtà potrebbe essere oneroso assumere internamente uno sviluppatore che, portato a termine il progetto, potrebbe saper più che fare, non avere più lavoro. In questa tipologia di contesti, che insieme alle imprese di medie dimensioni rappresentano la maggior parte delle aziende italiane, la necessità di uno sviluppatore mobile va ad intermittenza, ve ne è bisogno sì in una fase iniziale per dar vita ad un’applicazione e poi in altre occasioni per correggere dei bug o fare degli upgrade.

A nostro avviso, in un contesto di modeste dimensioni, la scelta migliore è l’outsourcing, lo sviluppo esterno, che paradossalmente garantisce un vantaggio economico maggiore rispetto al personale interno. Non stiamo parlando esclusivamente di competenze, ma di costi, che sappiamo essere molto importanti in quanto insieme ai ricavi sono le voci principali dei bilanci aziendali. Tuttavia, è doveroso soffermarsi anche sulle competenze in quanto gli sviluppatori mobile sono dei professionisti del settore ed il loro know-how è una risorsa preziosa, difficilmente rintracciabile altrove. Il plus degli sviluppatori esterni è il loro stesso lavoro, il quale prevede di entrare in contatto con realtà e soluzioni mobile differenti ogni giorno. Le app mobile rappresentano il loro “pane quotidiano”, quindi hanno una grande esperienza tecnica ed una capacità di problem solving notevole perché si confrontano sempre con casi e problemi diversi.
Inoltre, l’esperienza e le competenze delle agenzie di app mobile non si limitano qui, vanno oltre alla materia sviluppo ed abbracciano quindi anche gli aspetti del marketing, utili per supportare e promuovere il lancio delle app. Non va infatti sottovalutata la fase post-sviluppo in quanto è necessaria per dare la dovuta visibilità al progetto, in modo da attirare attenzione e far convergere sull’app gli utenti. Il plus dell’outsourcing è che, data l’esperienza degli sviluppatori, può fornire anche della consulenza in ogni fase del progetto.

Un dipendente solitamente si attiene alle direttive impartitegli e se da sempre lavora per l’azienda ha poca esperienza del mondo mobile: tra la conoscenza tecnica e teorica di come scrivere il codice e la creazione di un’app che funziona perché in linea con le esigenze di mercato c’è una bella differenza.

Dato che abbiamo decantato i “pro” dell’outsourcing e li abbiamo messi a confronto con i “contro” dello sviluppo interno, chiariamo che anche quest’ultimo ha degli aspetti vantaggiosi. In primis, avere del personale interno che si occupa del progetto significa una maggiore conoscenza della realtà aziendale, degli obiettivi, dei valori e della filosofia aziendale, che sappiamo essere altamente importanti per un risultato in linea con l’essenza stessa dell’azienda. Inoltre, disporre di risorse interne atte allo sviluppo mobile garantisce una comunicazione continua e diretta, face to face, che si traduce anche con un controllo in itinere del processo lavorativo, nonché con una rapidità di intervento in caso di problemi, ripensamenti e modifiche.

Per quanto riguarda invece l’outsourcing, parlare di veri e propri “contro” forse è un azzardo in quanto si tratta semplicemente di una situazione differente rispetto a quella appena vista. Ma non è niente di nuovo, si configura infatti a tutti gli effetti come una delocalizzazione. La differenza sostanziale concerne l’aspetto qualitativo perché se nella maggior parte dei casi si sposta la produzione laddove la manodopera ha un prezzo inferiore, quasi irrisorio, per il mondo delle app mobili, si sposta per avere un servizio migliore.

Tuttavia, se lo scoglio è proprio la distanza, con le agenzie di sviluppo app si possono trovare delle soluzioni che potremmo definire “ibride” per collaborare. Per esempio si può inserire uno sviluppatore esterno nel proprio organico per un periodo limitato, facendo un contratto specifico o acquistando un certo quantitativo di ore. Questo può avvenire proprio con un inserimento fisico per lavorare a stretto contatto con il professionista esterno, utile soprattutto nel caso si abbia del personale interno da far affiancare, oppure sempre a distanza. Si tratta di un modo di operare molto strategico e performante in quanto garantisce i servizi migliori senza eccessivi vincoli, come nel caso di un dipendente vero e proprio.

Infine vorremmo concludere dicendo che, come è risaputo, nella vita non tutto è o bianco o nero, ma anzi ci sono tante sfumature di colore, quindi non sempre schierarsi da una parte all’altra è la scelta migliore. A volte, infatti, la soluzione ideale si trova a metà strada. Anche in questo caso per esempio potreste trovar dei benefici nell’avvalervi di professionisti esterni per la creazione dell’app e formare il vostro personale per il mantenimento dello stato di salute dell’applicazione stessa e per la sua promozione. I mix e le strategie miste spesso risultano vincenti ed è quindi consigliato prenderle in considerazione e, se possibile, farle proprie.

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